Da Prati a via Veneto, fino a Fontana di Trevi: quasi dieci chilometri di trekking urbano a Roma alla scoperta della vita di Totò: dalla miseria del Rione Sanità a Napoli di fine ‘800, alla nobiltà dei Parioli degli Anni ‘30 nella Capitale. Una suggestiva passeggiata immergendosi nei luoghi dell'Urbe del Principe della Risata
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E tra traffico, monumenti e vestigia si rivivono set cinematografici di alcuni dei suoi film cult come “Totòtruffa 62” e “Totò, Peppino… e la dolce vita”, si conoscono le case, ben cinque, dove ha vissuto, e gli si rende omaggio, al Flaminio, nella Basilica di Sant’Eugenio dove nel 1967 fu celebrato uno dei tre funerali dell’artista: gli altri due (di cui l’ultimo senza la bara) si tennero a Napoli.
L’idea di questo percorso è di Federico Papa, guida esperta di Trekkincittà presso l’associazione di categoria Fiptes (Federazione italiana professionisti del trekkincittà e del turismo esperienziale). “Stavo leggendo il libro A livella di Totò – racconta Federico -. A un certo punto mi è balenata l'idea di costruire un percorso narrando aneddoti, chicche, segreti e quant'altro si conosce del grande attore napoletano”. Il percorso si conclude a Fontana di Trevi, dove fu ambientata la celebre scena di “Totòtruffa 62”, pellicola del 1961 diretta da Camillo Mastrocinque, in cui Totò e Nino Taranto vendono una delle icone turistiche di Roma a un italo-americano, Decio Cavallo, interpretato da Ugo D’Alessio.
La maggior parte delle informazioni sulla vita di Totò, Federico le ha tratte da uno dei pochi libri che hanno ricostruito la vicenda umana di De Curtis: “Totò. Vita opere e miracoli” di Giancarlo Governi (Fazi editore). “L’escursione – spiega Cristina Mura di Inforidea – Idee in Movimento, l’associazione che promuove questo come altri percorsi di trekking urbano a Roma, dedicati al cinema e non solo – va alla ricerca dei luoghi più significativi della vita di Totò a nella Capitale”.
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Si parte da piazza Cola di Rienzo, nel Rione Prati, dove di fronte al cinema Eden c'è un busto di Totò della scultrice Maria Stifini, installato nel 2002 in occasione dei 35 anni dalla morte dell'attore. Si decise di posizionarlo qui perché fu in questa zona che Totò lavorò agli esordi a Roma, tra i teatri Adriano, Principe e Smeraldo. All’inaugurazione c’erano l’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, l’attore Enzo Decaro, Luciano De Crescenzo e la figlia di Totò, Liliana.
Da Prati si arriva, attraversando il Tevere da Ponte Matteotti (dove furono girate alcune scene del film del 1955 “Il Coraggio”, diretto da Domenico Paolella, con Totò e Gino Cervi), al Quartiere Flaminio, dove c’è la Basilica di Sant’Eugenio, e poi ai Parioli, dove Totò abitò fino alla fine dei suoi giorni. A questo quartiere Totò era molto affezionato, tanto che sono cinque le case dove abitò. Una di queste è la Casa del Girasole, lungo viale Bruno Buozzi, realizzata dall’architetto Luigi Moretti e dove visse anche Roberto Rossellini.
Costeggiando poi Villa Borghese si arriva a via Veneto, una delle location del film del 1961 “Totò, Peppino… e la dolce vita”, di Sergio Corbucci. Infine, Fontana di Trevi, dove la guida, Federico, chiude il suo racconto in bellezza, cercando ironicamente di vendere a qualcuno dei partecipanti al suo tour l’opera scultorea e architettonica cominciata ufficialmente da Nicola Salvi nel 1732, proseguita e terminata da Giuseppe Pannini e Pietro Bracci. La fontana fu poi inaugurata nel 1762 ed esattamente 200 anni dopo al cinema arrivò “Totòtruffa 62”. “Oh perbacco!” avrebbe esclamato Totò.
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