E' morto l'ultimo giorno del 2024
a 107 anni Mario Miscia, con tutta probabilità l'ultimo
ufficiale in vita della battaglia di Lero, l'isola greca dove
dal 26 settembre al 16 novembre 1943 le truppe italiane
coadiuvate dagli inglesi resistettero all'esercito tedesco dopo
il dissolvimento dell'Esercito italiano a causa dell'8
settembre.
Miscia, che dopo la guerra nel pescarese fu apprezzato
maestro di scuola, come riporta il quotidiano Il Centro, era di
stanza sull'isola dell'allora Dodecaneso italiano con la
divisione Regina e a quanto racconta la figlia Roberta ha spesso
narrato le vicende di quei tragici giorni.
Lero, base militare della Marina, è l'isola del Dodecaneso che
resiste più a lungo agli attacchi tedeschi e si tratta di uno
degli episodi più importanti della resistenza militare ai
nazisti. I tedeschi poi puniranno la resistenza degli italiani,
come a Cefalonia, fucilando 12 ufficiali e un sottufficiale.
L'ammiraglio Mascherpa, invece, è condotto in prigionia in
Polonia e poi consegnato alla Rsi, che lo processa e lo fucila,
il 24 maggio 1944, a Parma
Negli anni Novanta Miscia, invalido di guerra, fu anche
interrogato dai carabinieri come testimone per conto della
Procura Militare che indagava sui crimini di guerra nazisti. A
Lero comandava un reparto nel nord dell'isola.
Fatto prigioniero dai tedeschi e non avendo mai aderito alla
Repubblica di Salò per le sue idee antifasciste, Miscia fu
rinchiuso in vari lager, tra i quali quello per ufficiali di
Wietzendorf dove conobbe sia Gianrico Tedeschi che Giovanni
Guareschi.
Lucido fino alla fine, di famiglia autenticamente pescarese,
poeta e amico di pittori come Bruno Cascella, Miscia deliziava
gli amici coi racconti su D'Annunzio, che ricordava ragazzino
arrivare sul fiume a Pescara con un idrovolante e le grandi
falcate per andare a trovare la madre in via dei Bastioni con
l'immancabile mantello scuro.
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