Nato nel lontano 1938 con il nome di Festa della palma da dattero, l'evento si è poi evoluto nel corso degli anni, diventando una finestra aperta sulla civiltà, la cultura, l'arte e la storia della regione del Djerid. L'edizione del 2024 ha visto riuniti partecipanti da Tunisia, Algeria, Mali, Costa d'Avorio, Francia, Italia, Regno Unito e Giappone per un programma che ha incluso corse equestri e di dromedari, carnevali, attività diverse, majorettes, marionette giganti, spettacoli, incontri, mostre, performance e workshop. L'evento ha messo in risalto il patrimonio del Djérid attraverso l'artigianato, la musica "aïssaouia" e Sufi, il folklore, la poesia.
Di un certo interesse anche una mostra d'arte che ha riunito artisti tunisini e stranieri, nonché una mostra collettiva intitolata «Suoni e luci» (Touyour Ezzina), con la partecipazione di artisti provenienti da tutti i Paesi rappresentati. In apertura il pubblico, accorso numeroso a tutte le quattro giornate del Festival, ha anche potuto assistere a una performance artistica visiva sul famoso poeta tunisino Abou El Kacem Chebbi, incentrata sulla dimensione di civiltà, storica e culturale della regione del Djérid.
I festeggiamenti hanno incluso una serie di sfilate per celebrare l'oasi e i ritmi popolari locali. Allo stesso modo, sono stati offerti workshop, tra cui uno di calligrafia araba condotto da artisti tunisini e algerini, nonché un workshop dedicato alla pittura a olio. La musica è stata sempre al centro dell'attenzione con spettacoli che hanno valorizzato l'eredità melodica della Tunisia del sud, con Manel Ahmed, Moez Troudi, Abderrahmane Chikhaoui, e la compagnia femminile Tulipe, con la partecipazione di studenti dell'Istituto di musica di Tozeur.
(ANSAmed).
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