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Riavvolto il tempo delle stelle, la fine svela la loro nascita

Riavvolto il tempo delle stelle, la fine svela la loro nascita

Anche in zone dell’universo finora irraggiungibili

31 dicembre 2024, 09:09

di Benedetta Bianco

ANSACheck
La supernova SN 2014J nella galassia M82 distante 11,3 milioni di anni luce, fotografata dal telescopio spaziale Hubble (fonte: NASA, ESA, A. Goobar/Stockholm University, Hubble Heritage Team/STScI/AURA da Flickr CC BY 2.0) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La supernova SN 2014J nella galassia M82 distante 11,3 milioni di anni luce, fotografata dal telescopio spaziale Hubble (fonte: NASA, ESA, A. Goobar/Stockholm University, Hubble Heritage Team/STScI/AURA da Flickr CC BY 2.0) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La fine delle stelle può svelare molto anche sulla loro nascita- I dati sulle esplosioni delle supernovae permettono infatti di ‘riavvolgere il nastro’ del ciclo di vita di una stella, andando a ritroso nel tempo fino a permettere di calcolarne la massa al momento della formazione, e questo anche in zone dell’universo finora impossibili da osservare direttamente con i telescopi. E' quanto è riuscito a fare, applicando un metodo comune ma mai utilizzato finora in questo ambito, lo studio italiano pubblicato sulla rivista Universe e condotto dalla Scuola Internazionale Superiore Studi Avanzati (Sissa) di Trieste in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, l’Istituto di Fisica Fondamentale dell’Universo e l’Istituto Nazionale di Astrofisica.

I ricercatori guidati da Francesco Gabrielli sono partiti dal dato di fatto che la morte di una stella, in particolare il tipo di esplosione che genera, dipende dalla sua massa. Partendo da qui, gli autori dello studio sono riusciti a risalire alle masse iniziali andando anche oltre l’universo locale, cioè la porzione di universo che riusciamo ad osservare.

Il valore così ottenuto risulta sorprendentemente simile in tutte le zone del cosmo e questo potrebbe voler dire che si tratta di una costante universale nella formazione stellare, dunque sempre uguale indipendentemente dalla regione del cosmo. Il risultato sarà ora messo alla prova dalle osservazioni di telescopi spaziali come il James Webb Space Telescope, di Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Canadese, ed Euclid dell’Esa.

“Questo è un momento entusiasmante per gli astrofisici, poiché molti nuovi telescopi stanno ora iniziando le osservazioni”, dice Gabrielli. “Di conseguenza, ci si aspetta una quantità straordinaria di osservazioni di supernovae ed esplosioni di raggi gamma nei prossimi anni. Sarà emozionante – conclude il ricercatore della Sissa – vedere che cosa ci dirà questa nuova ricchezza di dati”.

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