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Etichetta d'origine obbligatoria su frutta secca sgusciata

Etichetta d'origine obbligatoria su frutta secca sgusciata

Dal 1° gennaio. Da mandorle, a pistacchi, a fichi secchi

ROMA, 02 gennaio 2025, 14:17

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dal 1° gennaio 2025 è scattato l'obbligo dell'indicazione d'origine della frutta secca sgusciata, dalle nocciole alle mandorle, dai fichi secchi ai pistacchi, mettendo finalmente in trasparenza un settore che negli ultimi anni ha registrato una forte crescita dei consumi.
    Lo ricorda la Coldiretti.
    L'entrata in vigore del regolamento Ue, che va a completare la norma già esistente per quella in guscio, impone l'indicazione della provenienza.
    Un provvedimento che arriva peraltro proprio in concomitanza con il periodo natalizio, dove tradizionalmente è maggiore la presenza di mandorle, nocciole sulle tavole anche se negli ultimi anni il consumo è cresciuto in generale, spinto dalle nuove tendenze salutiste.
    Secondo un'analisi Coldiretti su dati Ismea-Nielsen, nel 2023 le famiglie italiane ne hanno acquistati 115 milioni di chili, per una spesa di 1,1 miliardi di euro. Ma se si considera anche il prodotto usato dall'industria dolciaria la quantità arriva a sfiorare i 640 milioni di chili.
    La normativa prevede l'obbligo di etichettatura dell'origine per la frutta secca sgusciata o essiccata e i prodotti di IV gamma, compresi funghi non coltivati, zafferano e capperi. Le informazioni relative all'origine devono essere chiaramente visibili sull'imballaggio e/o sull'etichetta e l'indicazione del paese d'origine deve risaltare maggiormente rispetto all'indicazione del paese in cui è avvenuto l'imballaggio.
    Resta però anonima l'indicazione della provenienza della frutta secca usata nella preparazione dei dolci come, ad esempio, le creme di nocciole, anche se negli ultimi anni è cresciuto il numero dei produttori che appongono volontariamente informazioni sull'origine. Il rischio è legato principalmente alle importazioni di prodotto estero che non rispetta le stesse regole in materia di usi di pesticidi vigenti nell'Ue e che presenta spesso alti livelli di residui di sostanze pericolose, dalle nocciole turche ai pistacchi iraniani.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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