BRUXELLES - Le due maggiori minacce che l'economia dell'Eurozona dovrà affrontare nel 2025 sono una possibile guerra commerciale globale e una paralisi politica regionale. È quanto emerge da un sondaggio del Financial Times condotto su 72 economisti. Il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, ricorda il Ft, si è impegnato una volta tornato alla Casa Bianca il 20 gennaio a imporre dazi fino al 20% su tutte le importazioni dagli Stati Uniti, con tariffe che saliranno al 60% sulla Cina. Se Trump manterrà la parola data, i dazi rappresenteranno l'aumento più significativo del protezionismo statunitense dai tempi della Grande Depressione e aumenteranno la possibilità di ritorsioni altrove.
L'Eurozona, che detiene un ampio surplus commerciale con gli Stati Uniti, è considerata fortemente esposta non solo all'aumento delle tariffe doganali, ma anche alla minaccia che la Cina riversi prodotti a basso costo sui mercati globali in risposta alle azioni di Trump. Un conflitto commerciale innescato dai dazi statunitensi è quasi scontato per gli economisti intervistati dal quotidiano della City: il 69% degli intervistati lo ritiene probabile, mentre il 68% avverte che tale scenario rappresenta la minaccia più grande per la regione l'anno prossimo.
Quasi tutti gli intervistati (l'81%) hanno affermato che un secondo mandato di Trump peserà sulla crescita dell'Eurozona. In media, i 72 intervistati si aspettano che l'economia dell'Eurozona si espanda solo dello 0,9%. Questo sarebbe il terzo anno consecutivo di crescita al di sotto della media e al di sotto dell'1,1% previsto dalla Banca centrale europea a dicembre. La maggior parte degli economisti intervistati (il 61%) sostiene poi l'appello rivolto dalla presidente della Bce Christine Lagarde ai decisori politici dell'Ue affinché avviino negoziati commerciali con Trump per evitare una guerra commerciale totale.
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