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Consigliera denuncia violenza: procura, il reato è prescritto

Consigliera denuncia violenza: procura, il reato è prescritto

Il pubblico ministero ha chiesto l'archiviazione

GENOVA, 04 gennaio 2025, 18:09

Redazione ANSA

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Le violenze sessuali subite da Francesca Ghio, la consigliera comunale della lista Rossoverde che ha denunciato nel corso del consiglio a Genova di essere stata violentata a 12 anni, sono avvenute tra il 2005 e il 2006 e dunque il reato è prescritto. Il fascicolo per violenza sessuale aggravata, assegnato al pm Federico Panichi del pool Fasce deboli, verrà così archiviato a breve. La consigliera, tramite il suo legale Michele Ispodamia, aveva detto di essere pronta "a dire il nome di chi è stato e di avere dettagli molto precisi e riscontrabili" ma gli investigatori non l'hanno convocata. Gli abusi, secondo quanto detto da Ghio, sono andati avanti per anni ma sarebbero finiti prima del 2012, data in cui è entrata in vigore la legge che raddoppia i tempi per la prescrizione per questo tipo di reati.
    "Se ho raccontato questa storia - spiega la consigliera - non è per vendetta o per avere un risarcimento ma per dare voce a tutte le donne che subiscono violenza e per fare delle riforme.
    Se la procura ora chiede l'archiviazione senza nemmeno voler sapere il nome lo trovo triste e una brutta figura da parte della magistratura. Questa persona è ancora a Genova ed è tra noi, forse sarebbe utile per chi ha l'onere e l'onore di difenderci sapere chi è. Non avermi ascoltato è stato come non avere riconosciuto dignità al coraggio avuto ed è la metafora di quello che succede quando si sminuisce una donna che va a denunciare le violenze subite dal partner. Io, da parte mia, non ho più paura di quell'uomo, ho dato coraggio alla bimba di 12 anni e ad altre donne. Anche se oggi mi sento un po' più sola e triste". "E' curioso che la procura abbia inteso aprire un procedimento sulla base delle sue dichiarazioni - sottolinea l'avvocato Ispodamia - e ora ne chieda l'archiviazione sui medesimi presupposti e senza sentire la mia assistita anche per conoscere tempi e modalità. Mi chiedo allora perché lo abbiano aperto. Inoltre, vista la gravità dei fatti e visto che quell'uomo potrebbe avere commesso gli stessi fatti su altre bambine, è curioso che la procura non desideri conoscerne l'identità. Magari ci sono altri fascicoli aperti e avere la testimonianza della mia assistita corroborerebbe l'accusa".
   
   

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