Le violenze sessuali subite da
Francesca Ghio, la consigliera comunale della lista Rossoverde
che ha denunciato nel corso del consiglio a Genova di essere
stata violentata a 12 anni, sono avvenute tra il 2005 e il 2006
e dunque il reato è prescritto. Il fascicolo per violenza
sessuale aggravata, assegnato al pm Federico Panichi del pool
Fasce deboli, verrà così archiviato a breve. La consigliera,
tramite il suo legale Michele Ispodamia, aveva detto di essere
pronta "a dire il nome di chi è stato e di avere dettagli molto
precisi e riscontrabili" ma gli investigatori non l'hanno
convocata. Gli abusi, secondo quanto detto da Ghio, sono andati
avanti per anni ma sarebbero finiti prima del 2012, data in cui
è entrata in vigore la legge che raddoppia i tempi per la
prescrizione per questo tipo di reati.
"Se ho raccontato questa storia - spiega la consigliera - non
è per vendetta o per avere un risarcimento ma per dare voce a
tutte le donne che subiscono violenza e per fare delle riforme.
Se la procura ora chiede l'archiviazione senza nemmeno voler
sapere il nome lo trovo triste e una brutta figura da parte
della magistratura. Questa persona è ancora a Genova ed è tra
noi, forse sarebbe utile per chi ha l'onere e l'onore di
difenderci sapere chi è. Non avermi ascoltato è stato come non
avere riconosciuto dignità al coraggio avuto ed è la metafora di
quello che succede quando si sminuisce una donna che va a
denunciare le violenze subite dal partner. Io, da parte mia, non
ho più paura di quell'uomo, ho dato coraggio alla bimba di 12
anni e ad altre donne. Anche se oggi mi sento un po' più sola e
triste".
"E' curioso che la procura abbia inteso aprire un
procedimento sulla base delle sue dichiarazioni - sottolinea
l'avvocato Ispodamia - e ora ne chieda l'archiviazione sui
medesimi presupposti e senza sentire la mia assistita anche per
conoscere tempi e modalità. Mi chiedo allora perché lo abbiano
aperto. Inoltre, vista la gravità dei fatti e visto che
quell'uomo potrebbe avere commesso gli stessi fatti su altre
bambine, è curioso che la procura non desideri conoscerne
l'identità. Magari ci sono altri fascicoli aperti e avere la
testimonianza della mia assistita corroborerebbe l'accusa".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA