TOMMASO BRACCINI, TREBISONDA (SALERNO
EDITRICE, PP. 196, EURO 18) Attorno all'antica Trapezunte si è
formata un'aura di leggenda. E' diventato sinonimo di un luogo
fiabesco, abitato da draghi e cavalieri, citato da Cervantes nel
Don Chisciotte, da Foscolo in una lettera a Lady Dacre, da
D'Annunzio nella tragedia La Gloria e molti altri autori.
Trebisonda era punto di riferimento per i navigatori tanto che è
nata l'espressione 'perdere la Trebisonda' che significa
'perdere orientamento e lucidità'. Tommaso Braccini, docente di
Filologia classica all'Università degli Studi di Siena, conduce
i lettori alla scoperta di Trebisonda e dei suoi miti. Oggi nota
anche come Trabzon, è una città della Turchia. La sua storia
risale all'VIII secolo a.C., quando viene fondata da mercanti
greci provenienti da Mileto. Nel periodo medievale, è capitale
dell'Impero di Trebisonda dal 1204 al 1461, fu l'ultimo stato
bizantino indipendente prima di essere conquistata dagli
Ottomani nel 1461. Marco Polo nel Milione, dedica a Trebisonda
solo poche righe:"Il motivo forse è che, come sappiamo da altri
documenti, proprio lì Marco e suo zio Matteo furono truffati e
taglieggiati dal signore della città, l'imperatore Giovanni II
Gran Comneno, che sottrasse loro un'abbondante porzione delle
ricchezze che portavano con loro dalla corte del Gran Khan. E
per vendetta, Marco potrebbe aver condannato la città a una
sorta di damnatio memoriae", riporta Braccini. Altri viandanti e
viaggiatori hanno parlato a lungo di Trebisonda, descrivendola
come un luogo di sfarzo. "Dalla città partivano strade che,
inerpicandosi tra montagne innevate e valli nebbiose, portavano
verso la Persia e l'India, percorse da carovane, predoni,
pellegrini e pastori. Abbandonando temerariamente le piste
battute per inoltrarsi tra le foreste fittissime si poteva
cadere preda delle tentazioni delle fate, ma anche trovare la
salvezza dell'anima in eremi a picco su baratri vertiginosi",
spiega ancora l'autore. Tra questi luoghi sacri il monastero di
Sumelà, fondato da due eremiti, Barnabas e Sophronius. Il
monastero, dedicato alla Vergine Maria, è incastonato in una
parete rocciosa a picco tra le valli delle Alpi Pontiche. Nel
corso del Novecento, Trebisonda e il suo impero perduto hanno
continuato ad alimentare fantasie letterarie e anche Tolkien
avrebbe inserito elementi trapezuntini nei suoi romanzi.
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