Al Kennedy Center di Washington
nel weekend per "Vanessa" del compositore americano Samuel
Barber (su libretto dell'italo-americano Gian Carlo Menotti),
un'opera eseguita brillantemente in forma di concerto dalla
National Symphony Orchestra (Nso) diretta da Gianandrea Noseda.
Nella prima recita il maestro ha voluto rendere omaggio alle
67 vittime dell' incidente aereo sul Potomac, a Washington. "Ci
sono momenti in cui è difficile trovare le parole, quindi penso
che la musica servirà a questo scopo", ha detto dal palco, prima
di introdurre il toccante "Adagio per archi", sempre di Barber.
Pur essendo stata accolto positivamente dalla critica al suo
debutto nel 1958 al Metropolitan, Vanessa era caduta poi in un
relativo oblio. L'opera racconta la storia di una donna che vive
isolata in una casa di campagna con la sua giovane nipote,
Erika, e la sua ombrosa madre attendendo il ritorno del suo
amante, Anatol, dopo un'assenza di 20 anni. Per rallentare il
tempo, ha coperto gli specchi dell'abitazione ("la bellezza è
il dono più difficile da proteggere", canta). Quando si presenta
uno sconosciuto e dice di chiamarsi Anatol si scopre che e' il
figlio, che porta lo stesso nome del padre. La trama intreccia
seduzioni e tradimenti, con Erika che concepisce e perde un
bimbo ma rinuncia all'amore, iniziando una tormentata vita di
attesa e coprendo gli specchi di casa.
Buono il cast dei cantanti, accompagnato dal coro
dell'Universita' del Maryland, con il tenore Matthew Polenzani
(Anatol, sostituito nella seconda serata da un meno intenso
Ganson Salmon), il soprano Nicole Heaston (Vanessa), il
mezzosoprano J'Nai Bridges (Erika), il baritono Thomas Hampson
(il vecchio dottore) e il mezzosoprano Susan Graham (la vecchia
Baronessa). Noseda ha saputo controllare con attenzione e la sua
consueta grande fisicita' una partitura tumultuosa. Venerdi' il
maestro ha condotto anche un workshop con quattro giovani
direttori emergenti, che poi hanno avuto l'opportunita' di
eseguire un brano conducendo la Nso: Kellen Gray, Chia-Hsuan
Lin, Kyle Ritenauer e Sasha Scolnik-Brower.
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