"Il porto di Gioia Tauro ha
appena chiuso l'anno tagliando il suo massimo traguardo. Lo
scalo calabrese ha registrato una movimentazione di 3.940.447
Teus, superando di gran lunga i 3.548.827 Teus del 2023, con un
incremento
dell'11%". Lo riferisce un comunicato dell'Autorità di sistema
portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio.
"Per lo scalo calabrese - si aggiunge nella nota - l'anno appena
concluso è stato segnato da tante sfide superate, prima tra
tutte la minaccia rappresentata dalla direttiva europea Ets che,
nel creare una distorsione della concorrenza di mercato,
penalizza i porti mediterranei destinati al 'transhipment',
favorendo gli scali concorrenti della sponda africana. Una
minaccia che non ha scalfito le ottime performances dello scalo
calabrese, uscito indenne anche dalla crisi internazionale dei
traffici marittimi dovuta all'instabilità geopolitica del mar
Rosso, che ha costretto gli armatori a circumnavigare l'Africa
pur di raggiungere il porto di Gioia Tauro, che continua così a
manifestare costanti trend di crescita nell'ultimo quinquennio.
Nel corso del 2024 il porto di Gioia Tauro ha puntato alla
diversificazione dei suoi servizi portuali. A luglio scorso è
stata infatti inaugurata la banchina di ponente, dove sarà
predisposto il futuro bacino di carenaggio, tracciando così la
strada per l'avvio della manutenzione e delle riparazioni navali
per le navi che fanno scalo nel porto gioiese. Poco prima della
fine dell'anno, inoltre, ad ottobre hanno fatto ingresso in
porto le ultime due gru di banchina, in grado di servire le
grandi navi oceaniche di futura generazione da 25 mila teus,
dotando così lo scalo di un qualificato parco macchine che,
complessivamente, si compone di 25 gru di banchina e tre gru
mobili (Mhc), oltre alle centinaia di straddle carrier, segnale
tangibile dei cospicui investimenti del terminalista Mct.
In flessione, invece, il segmento 'automotive', gestito dal
terminal Automar, che ha riportato una flessione del 17%
rispetto al 2023, movimentando complessivamente 306.329
autovetture nei propri piazzali. L'anno si è concluso con la
nascita dell'impresa portuale, ai sensi dell'art.17 - comma 5 -
della legge 84/94, attraverso la sottoscrizione all'unanimità
del relativo regolamento di gestione e del piano economico e
finanziario tra l'Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno
meridionale e Ionio, la MedCenter Container Terminal e le
imprese portuali ex art. 16 (Sea Work Service, International
Shipping e Universal Services), una società a responsabilità
limitata che avrà per oggetto la fornitura di lavoro temporaneo
ai terminalisti e alle imprese ex art. 16 e 18, legge 84/94. Con
lo sguardo agli altri porti si prospetta un importante futuro
per tutti gli scali del Sistema attraverso una mirata
programmazione di lavori infrastrutturali. In particolare, allo
scalo di Vibo Valentia Marina sono stati destinati 20 milioni di
euro per l'adeguamento statico della banchina Bengasi, che così
continuerà a garantire i traffici commerciali da e per
l'adiacente area industriale di Porto Salvo.
Stessa attenzione è stata rivolta allo sviluppo del porto di
Crotone, che il prossimo 28 febbraio vedrà l'inaugurazione dei
lavori di sviluppo integrato nel Porto vecchio, mirati alla
riqualificazione urbana e alla pedonalizzazione di aree portuali
con l'obiettivo di sviluppare le attività crocieristiche, il
turismo nautico e le attività sportive, in un contesto
architettonico di pregio assoluto. Per non dire del nuovo
insediamento industriale localizzato nel porto commerciale, che
ha prodotto in pochi mesi più di 100 assunzioni".
"Un bilancio certamente molto positivo - ha commentato il
presidente dell'Autorità portuale, Andrea Agostinelli - che
evidenzia le straordinarie capacità di resistenza di questo
porto rispetto a fattori esterni che avrebbero potuto
pregiudicare la nostra 'performance', anche e soprattutto grazie
alla fiducia e agli investimenti dei nostri terminalisti. Non
c'è alcun dubbio che il 2025 ci porterà altri grandi risultati,
anche se in questo momento non posso nascondere la delusione
dovuta al naufragio del progetto industriale di Baker Hughes nel
porto di Corigliano, dovuto a cause ormai fin troppo note. Una
delusione che comunque non può influenzare un trend di sviluppo
e di nuove progettualità che coinvolge tutti i porti del nostro
Sistema".
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