Israele ha iniziato a ritirare le sue truppe dal sud del Libano, come previsto dall'accordo per il cessate il fuoco iniziato il 27 novembre dopo due mesi di guerra con Hezbollah. Ad annunciarlo è stato l'inviato di Joe Biden, Amos Hochstein, per la prima volta a Beirut dall'inizio della tregua.
"L'esercito israeliano ha iniziato a ritirarsi da Naqoura", dove ha sede il quartier generale dei caschi blu dell'Unifil, "per rientrare in Israele, ha detto Hochstein dopo l'incontro con il presidente del parlamento libanese Nabih Berry, alleato di Hezbollah. "Il ritiro continuerà finché tutte le forze israeliane non avranno completamente lasciato il Libano, mentre l'esercito libanese continuerà a dispiegarsi verso sud, fino alla Linea Blu" di confine, secondo i termini dell'accordo, ha spiegato. Dal canto suo, la milizia filoiraniana deve ancora ritirarsi oltre il fiume Litani, a circa 30 km dal confine israeliano, con il ministro della Difesa Israel Katz che ha già minacciato una reazione unilaterale se non lo farà.
In Qatar intanto continuano le trattative per una tregua a Gaza: una lista di 34 ostaggi, che Hamas si dice pronto a liberare nella prima fase di un eventuale accordo, è da giorni sul tavolo dei colloqui indiretti a Doha, dove sarebbe arrivato anche il capo del Mossad David Barnea per discuterne i dettagli con i mediatori qatarini, egiziani e americani. Ma il movimento palestinese si rifiuta - accusa Israele - di indicare chi nell'elenco sia ancora vivo, impuntandosi nel chiedere in cambio un cessate il fuoco permanente che Benyamin Netanyahu non intende concedere. "Ad oggi, Israele non ha ricevuto alcuna conferma o commento da Hamas in merito alle condizioni degli ostaggi presenti nella lista", ha affermato l'ufficio del premier, che ritiene l'informazione necessaria prima di qualsiasi accordo. Lo staff del primo ministro ha inoltre denunciato come Hamas non abbia "approvato" alcuna lista "fornita da Israele", ma presentato un elenco di nomi già sottoposto da Israele ai mediatori lo scorso luglio in uno dei tanti tentativi di mediazione poi falliti.
Secondo media israeliani, la lista include 10 donne, 11 giovani uomini "malati", 11 uomini "anziani" tra i 50 e gli 86 anni (Shlomo Mansour è il più vecchio), e due bambini. Si tratta dei fratellini Ariel e Kfir Bibas (rapito quando aveva meno di un anno) che lo stesso Hamas aveva dato per morti oltre un anno fa, senza fornirne le prove e attribuendone la responsabilità a un bombardamento israeliano, con un drammatico video del padre Yarden che li piangeva disperato (anche lui è nella lista insieme alla moglie Shiri). La loro morte tuttavia non è mai stata confermata da Israele che, in generale, ritiene che almeno un terzo dei circa 100 ostaggi trattenuti nella Striscia siano ancora in vita. Tra i 34, ci sono anche le cinque soldatesse rapite, compresa Liri Albag, apparsa solo pochi giorni fa in un altro tragico video in cui esortava il governo di Netanyahu a chiudere in fretta un'intesa per liberarli. Nella lista ci sono infine anche due israeliani detenuti a Gaza da circa 10 anni.
Il segretario di Stato americano Anthony Blinken si è detto fiducioso che un accordo possa essere raggiunto "entro le prossime due settimane", cioè prima dell'insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Ma intanto le famiglie dei rapiti hanno lanciato un appello al tycoon: "Sei il leader più potente del mondo. Assicurati che il primo ostaggio esca" da Gaza "e anche l'ultimo. Per favore, non lasciare indietro nessun ostaggio", ha detto Meirav Leshem Gonen, madre dell'ostaggio Romi Gonen. In un'intervista radiofonica, Trump ha ribadito ancora una volta che se gli ostaggi non saranno rilasciati entro il 20 gennaio "ci sarà l'inferno": "Questi ostaggi devono essere liberati, devono essere liberati subito".
Nell'attesa di una tregua però l'Idf continua a bombardare a Gaza, dove si contano almeno altri 16 morti tra cui molti bambini. E in Cisgiordania un attacco palestinese a un bus ha ucciso tre civili israeliani e ferito altri otto. "Troveremo gli ignobili assassini e regoleremo i conti con loro e con chiunque li abbia aiutati. Nessuno resterà impunito", ha giurato il premier Netanyahu.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA