Era l'agente con gli occhiali scuri che si è lanciato su Donald Trump subito dopo gli spari durante il comizio di Butler, in Pennsylvania, lo scorso 13 luglio. L'angelo custode del presidente, quello che si vede alla sua destra nell'ormai iconica foto che ritrae il tycoon insanguinato con il pugno alzato in segno di lotta, è stato nominato capo del Secret Service.
"Sean Curran è un grande patriota, ha protetto la mia famiglia negli ultimi anni ed è per questo che confido in lui per guidare i coraggiosi gli uomini e le donne del Secret Service", ha scritto Trump sul suo social network Truth annunciando la nomina che non ha bisogno della conferma del Senato.
Una scelta che gli esperti definiscono non convenzionale, poiché l'agente non lavorava presso il quartier generale dell'agenzia a Washington e non ha alcuna esperienza manageriale né politica, necessarie per guidare una delle strutture chiave dell'amministrazione. D'altra parte sono poche le nomine in linea con la tradizione della nuova era Trump e Curran, che è entrato nel Secret Service 24 anni fa, ha una grande esperienza sul campo.
Originario della zona di New York, ha iniziato la sua carriera nell'ufficio dell'agenzia a Newark. In seguito ha lavorato nella divisione 'protezione dignitari' e nella scorta del presidente Barack Obama, prima di unirsi quella di Trump durante il suo primo mandato.
"Ha dimostrato il suo coraggio quando ha rischiato la propria vita per salvare la mia. Ho una fiducia totale nel fatto che Sean renderà il Secret Service più forte che mai", ha sottolineato il presidente americano. Curran sostituirà Ron Rowe, che ha ricoperto il ruolo di direttore ad interim da luglio, quando l'allora direttrice Kimberly Cheatle è stata costretta a dimettersi proprio per le polemiche seguite all'attentato in Pennsylvania per il quale il Secret Service è stato accusato di gravi mancanze.
Trump non esclude di indagare Biden: 'Non si è dato la grazia'
Nella sua prima intervista da presidente a Fox News, Donald Trump non ha escluso la possibilità aprire un'indagine su Joe Biden. Lo sostiene Politico. Rispondendo alla domanda diretta dell'anchor Sean Hannity se intenda "chiedere al Congresso o al dipartimento di Giustizia di investigare" sul suo predecessore, il presidente ha detto: "Guarda, non si è concesso la grazia...".
In un altro momento del colloquio Trump ha ricordato che avrebbe potuto indagare Hillary Clinton, ma decise di non farlo. "Sono sempre stato contrario alle indagini sui presidenti o nel caso di Hillary Clinton, ad esempio. Avrei potuto farlo, ma non ho voluto".
In 33 ore arrestati più di 460 migranti
Le autorità americane hanno effettuato centinaia di arresti di migranti nel primo giorno e mezzo della presidenza Trump. Lo riporta Fox citando alcune fonti, secondo le quali fra il 21 gennaio alle nove del mattino e il 22 gennaio, ovvero in un arco temporale di 33 ore, sono stati arrestati più di 460 migranti accusati di vari reati, dalla rapina alla violenza domestica.
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