Le forze armate del Venezuela
hanno avviato un'ampia esercitazione militare lungo la fascia di
confine con la Colombia, tra gli stati di Táchira e Zulia.
L'operazione "Fulmine Catatumbo" - guidata sul campo dal
presidente Nicolás Maduro - fa parte delle iniziative previste
dallo "Scudo Bolivariano" che dalla scorsa settimana hanno
mobilitato circa 150.000 "combattenti armati" in tutto il Paese.
La regione è attraversata da un flusso di profughi colombiani
tra i circa 50 mila cittadini costretti ad abbandonare le
proprie case a seguito dell'offensiva lanciata dai guerriglieri
dell'Esercito di liberazione nazionale (Eln) contro i dissidenti
delle disciolte Forze armate rivoluzionarie di Colombia (Farc)
in Catatumbo, che ha già causato quasi cento morti.
La regione a cavallo del poroso confine tra i due Paesi è
considerata crocevia dei traffici illeciti, soprattutto di
cocaina, che ha generato la disputa tra le organizzazioni
criminali.
Maduro ha spiegato che grazie all'attività delle forze armate
a ridosso dell'area "dove negli ultimi giorni si è verificato un
conflitto che stiamo seguendo da vicino" è stato possibile
"liberare e mantenere l'intero territorio del Venezuela libero
da piste di atterraggio clandestine, piantagioni di foglie di
coca e laboratori per la fabbricazione di cocaina".
Il leader chavista ha precisato di star lavorando anche con
il governo del presidente Gustavo Petro per costruire "un'idea
di sviluppo economico, sociale, binazionale, integrato, con un
carattere profondamente umano e anche unitario tra i nostri
popoli" per la zona di confine. Dal canto suo Petro ha
confermato che anche sul versante colombiano della frontiere è
in corso un'operazione militare antidroga. "Stiamo cercando la
collaborazione tra gli eserciti nella lotta contro i
guerriglieri dell'Eln. Un confine senza mafie deve essere
l'obiettivo finale per la tranquillità della popolazione, la
pace e la sovranità", ha scritto Petro in X.
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