Il giorno dopo aver vinto - a sorpresa e contro i dati dei sondaggi - le elezioni in Groenlandia, i Democratici di centrodestra si sono già riuniti per elaborare una strategia per formare una coalizione di governo e definire un percorso verso l'indipendenza del territorio danese, sempre più nel mirino del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Un successo - il partito ha triplicato i suoi consensi - dovuto in larga parte alla campagna vincente del 33enne leader Jens-Frederik Nielsen, più volte campione nazionale di badminton, il più deciso a respingere le mire di Washington, parlando di "minaccia alla nostra indipendenza politica" e tuttavia promettendo "un approccio cauto nei confronti degli Stati Uniti". Ha dichiarato dopo la vittoria che il suo partito è "aperto a colloqui con tutti i partiti. La Groenlandia ha bisogno che restiamo uniti, e questo sarà il principio base delle nostre trattative".
Le minacce di Trump di prendere il controllo dell'isola artica, ricca di risorse, hanno acceso un'attenzione globale senza precedenti sulla politica groenlandese. Tutti i partiti, così come la maggioranza dei 57.000 abitanti, sostengono l'indipendenza da Copenaghen. Tuttavia, i due partiti che hanno ottenuto i migliori risultati - i Democratici di centrodestra e il partito nazionalista Naleraq - non concordano sulla rapidità con cui il processo dovrebbe procedere. I Demokraatit, con il loro 29,9% dei voti, vogliono che la Groenlandia si separi dalla Danimarca solo dopo aver raggiunto l'indipendenza economica. Naleraq, che ha raddoppiato i suoi voti arrivando al 24,5%, vuole invece rompere i legami con Copenaghen il prima possibile. Poiché nessuno dei cinque partiti entrati in Parlamento ha ottenuto la maggioranza dei 31 seggi, i Democratici avvieranno nei prossimi giorni i negoziati con gli altri partiti per formare una coalizione di governo.
La leadership del partito si è riunita oggi per definire la strategia. Se sceglieranno di formare un governo con Naleraq, "dovranno accelerare il loro programma sull'indipendenza e sulla formazione di uno Stato", ha detto all'AFP Lill Rastad Bjorst, esperta dell'Artico presso l'Università di Copenaghen. "Possiamo farlo nello stesso modo in cui siamo usciti dall'Unione Europea (nel 1985). Ci sono voluti tre anni. La Brexit è durata tre anni. Perché impiegarci di più?" ha dichiarato il leader del partito, Pele Broberg. Alcuni analisti temono però che una separazione affrettata dalla Danimarca possa alimentare l'avidità di Trump, che approfitterebbe dell'inevitabile debolezza del neo-stato indipendente. Il presidente degli Stati Uniti ha insistito sul fatto che otterrà la Groenlandia "in un modo o nell'altro", senza escludere l'uso della forza, giustificandosi con la sicurezza nazionale degli Stati Uniti a fronte del crescente interesse di Cina e Russia nella regione artica. La legge sull'Autogoverno della Groenlandia del 2009 consente al territorio di avviare unilateralmente il processo di indipendenza. Prevede che si tengano negoziati tra i governi danese e groenlandese per raggiungere un accordo. Questo deve poi essere approvato dal Parlamento groenlandese, sottoposto a referendum sull'isola e infine votato dal Parlamento danese.
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