Belgrado è col fiato sospeso in
attesa della grande manifestazione antigovernativa organizzata
dagli studenti per il pomeriggio nel centro della città, e per
la quale si temono scontri e violenze. Dopo l'arrivo ieri sera
di migliaia di studenti e altri manifestanti da ogni parte della
Serbia - molti in moto, con trattori ma anche a piedi o in
bicicletta - nella notte si sono registrati diversi incidenti,
in particolare nella zona del parco antistante la sede della
presidenza e del Parlamento, dove da una decina di giorni sono
accampati gruppi di studenti universitari contrari al movimento
di protesta e che chiedono di tornare al più presto nelle aule e
alle lezioni. Un accampamento di tende nuove e perfettamente
equipaggiate la cui natura è messa in dubbio da molti, secondo i
quali non si tratterebbe solo di studenti ma per lo più di
uomini della sicurezza controllati dal governo, esponenti
ultranazionalisti e provocatori. Notizie queste sempre smentite
dalle autorità.
Come ha riferito stamane il ministro dell'Interno Ivica Dacic
in dichiarazioni alla tv pubblica Rts, nel corso della notte in
tanti hanno lanciato contro gli accampati anti-proteste sassi,
bottiglie e altri oggetti. Numerosi trattori posti intorno al
parco a protezione degli studenti sono stati danneggiati, le
gomme tagliate, in alcuni casi si è tentato di dar loro fuoco.
Tredici persone sono state arrestate durante la notte, "ma
nonostante ciò - ha aggiunto Dacic - possiamo dire che la notte
è trascorsa senza gravi incidenti ed eclatanti violazioni
dell'ordine pubblico, e non si sono registrati feriti gravi". Il
ministro ha quindi auspicato che anche nel raduno del pomeriggio
la situazione non degeneri i eccessi e violenze gratuite.
Gli organizzatori, da parte loro, hanno annunciato che la
manifestazione, prevista a cominciare dalle 16, non si terrà
davanti al Parlamento come previsto inizialmente, ma in
corrispondenza di Slavija, una delle principali e più note
piazze del centro di Belgrado. Ciò per evitare possibili
incidenti e contatti con i manifestanti anti-proteste accampati
nel parco non lontano dal Parlamento. Si moltiplicano intanto
gli appelli da parte delle autorità per una manifestazione
pacifica e senza violenze, anche da parte del presidente
Aleksandar Vucic. "La Serbia - ha detto ieri sera in città -, è
un Paese democratico che consente ogni tipo di raduno e
manifestazione pacifica nel rispetto della legge, ma nel quale
non è tollerata in alcun modo la violenza gratuita,
l'intolleranza e la sopraffazione. Tutti i responsabili di
incidenti, scontri e violenze saranno immediatamente arrestati e
giudicati a norma di legge - ha detto Vucic".
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