A Napoli stanotte è stata
"guerriglia urbana". Lo denuncia il parlamentare Francesco
Emilio Borrelli che ha assistito in diretta e documentato
momenti di "follia" per la notte di Sant'Antonio Abate,
ricorrenza in occasione della quale si accendono falò per la
'tradizione' del cippo. Ci sono stati, riferisce, roghi in più
punti della città, lanci di sassi, bottiglie di vetro, bombe
carta. E ancora, sassaiole contro i vigili del fuoco e forze
dell'ordine con gazzelle dei carabinieri danneggiate. Per
Borrelli, altro che decreti sicurezza, ci vorrebbero in città "i
carri armati".
"Si sono registrati - racconta - diversi roghi ed incidenti in
tanti punti della città. Quarteri Spagnoli, Forcella, Sanità,
Salvator Rosa, Mergellina, Corso Garibaldi. Nel Rione Sanità, a
Piazza San Gaetano, oltre 100 ragazzi hanno appiccato il fuoco
ad un cippo alto almeno 4 metri. Le bande hanno voluto mettere
in chiaro il loro potere sfidando le Istituzioni a colpi di
sassi e lanci di bottiglie di vetro e bombe carta. Infatti
diverse sassaiole contro i Vigili del Fuoco e le forze
dell'ordine sono avvenute proprio alla Sanità, a Chaia alla
Torretta, a via Salvator Rosa. Alcune gazzelle dei carabinieri
sono rimaste danneggiate e con i vetri frantumati". "E' stata
una sconfitta delle Istituzioni"- dichiara il deputato di
alleanza Verdi-Sinistra. che nel corso della nottata, su
segnalazione dei cittadini, ha denunciato pubblicamente quel che
stava accadendo e si è recato sui luoghi delle devastazioni e
guerriglie urbane". "E' la morte dello Stato che consegna le
chiavi della città ai delinquenti. Le forze dell'ordine, che
comunque ringraziamo, hanno fatto quel che hanno potuto ma la
verità è che sono in sotto numero mentre c'è sovrabbondanza di
teppisti e giovani criminali e fermarli tutti attualmente è
impossibile. Dall'altra parte c'è evidentemente un certo timore
nell'affrontare queste bande trattandosi soprattutto di
minorenni. Quindi la situazione è questa: servono nuovi agenti
sul territorio e un cambio di paradigma, se non si è determinati
molto presto non sarà più possibile porvi rimedio. La questione
poi non deve limitarsi alla notte del cippo ma occorre fare un
lungo e profondo lavoro per smantellare la cultura criminale che
porta troppi giovani a seguire la strada dell'illegalità. Lo
Stato mostri la sua presenza investendo anche sulla prevenzione
parola che sembra essere scomparsa dal vocabolario del
governo.", conclude Borrelli.
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