Il clima si sta spostando verso un
futuro sempre più caratterizzato dalla siccità: episodi
particolarmente gravi stanno diventando sempre più lunghi,
intensi ed estesi, proseguendo un trend già in aumento dal 1980.
Lo indica lo studio pubblicato sulla rivista Science, guidato da
Liangzhi Chen dell'Istituto federale svizzero per lo studio
delle foreste, della neve e del paesaggio (Wsl), al quale ha
partecipato anche l'italiana Francesca Pellicciotti,
dell'Istituto di Scienza e Tecnologia dell'Austria (Ista). La
ricerca ha analizzato 40 anni di dati e oltre 13mila eventi
siccitosi durati almeno due anni: le regioni più colpite
comprendono gli Stati Uniti occidentali, la Mongolia e
soprattutto l'Australia Sud-orientale.
Lo studio mira anche ad attirare l'attenzione dei decisori
politici, sottolineando la necessità di strategie di adattamento
e mitigazione più realistiche, che tengano conto del fatto che
gli episodi di siccità possono protrarsi molto più a lungo nel
tempo. "Le cosiddette megasiccità potrebbero diventare la nuova
normalità", dice all'ANSA Francesca Pellicciotti, che è anche a
capo del progetto MegaWat finanziato a livello europeo, che ha
l'obiettivo di studiare il fenomeno in Europa e al quale
partecipa anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano..
"Attualmente, le strategie di mitigazione considerano in gran
parte la siccità come eventi stagionali o annuali, spero che
potremo proporre soluzioni pratiche nei prossimi anni", prosegue
la ricercatrice. "Questo è un argomento estremamente attuale.
Nel nostro studio l'Europa non risulta particolarmente
coinvolta, ma i dati da noi utilizzati arrivano solo fino al
2018. Forse, includendo anche quelli relativi agli ultimi anni,
il continente europeo risulterebbe più colpito".
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