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In evidenza
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Alla fine aveva ragione Claudio
Ranieri, i derby sono partite che sfuggono da ogni logica. Poco
contano allora i quindici punti di vantaggio della Lazio sulla
Roma prima del fischio d'inizio, perché ad aggiudicarsi il derby
della capitale sono i giallorossi. Un 2-0 che nasce, prima di
tutto, dalle scelte del tecnico romanista che a sorpresa schiera
Lorenzo Pellegrini al posto di Niccolò Pisilli. Lo fa nella
partita più complicata della stagione, ma la standing ovation a
fine partita e il gesto del capitano giallorosso di sbattersi la
mano sul petto sanciscono definitivamente la pace con la
tifoseria. Di contro c'è una Lazio, la cui sconfitta non
cancella la straordinaria prima parte della stagione, ma per la
quale le sfide con le big del campionato iniziano a essere un
caso. Ad oggi, infatti, ha vinto solo quella contro il Napoli,
pareggiando con Atalanta e Milan e perdendo contro Inter,
Fiorentina, Juventus e Roma. Quest'ultima in un derby che sei
anni dopo l'ultima volta torna di notte con le tensioni in città
tra auto in fiamme e bombe carta, e in campo la rissa finale che
porta al rosso per Castellanos. Nel primo tempo, intanto, è un
assolo, o quasi, giallorosso. Pronti via la squadra di Ranieri
brucia la Lazio segnando l'uno e due a zero nei primi diciotto
minuti della partita. E se a sbloccare la partita è il capitano
giallorosso, alla sua terza partita da titolare nella gestione
Ranieri, a raddoppiare poco dopo è Saelemaekers. Nelle due
azioni, però, sono in tanti a far parte delle manovre che
portano ai gol, perché i giallorossi sono ben messi in campo e
si vede. Fondamentale, infatti, è anche Dovbyk, bravo a vincere
il duello con Romagnoli lasciando a Pellegrini la possibilità di
calciare e segnare l'1-0 che è anche il suo primo gol in
campionato (il secondo in stagione se si considera quello al
Braga in Europa League). Neanche 7 minuti più tardi arriva il
2-0 del belga, ben servito da Dybala che sfrutta l'ennesima
sponda del centravanti ucraino. Saelemaekers davanti la porta
prima trova la parata di Provedel, la cui respinta però è un
assist per l'ex Milan che segna ed esulta con la squadra. La
reazione biancoceleste è quasi inesistente se non in un tiro di
Dele-Bashiru deviato in angolo. Il passivo, inoltre, inasprisce
la partita e Pairetto comincia a tirare fuori i cartellini
gialli (4 a fine primo tempo, 8 in totale a fine partita). Nella
ripresa Baroni prova a cambiare, togliendo un centrocampista
(Dele-Bashiru) per mettere un altro attaccante (Dia), passando
così al 4-2-3-1 e con anche Tchaouna al posto di Isaksen.
L'atteggiamento, rispetto al primo tempo, sembra diverso,
Guendouzi ci prova da fuori, ma trova un attento Svilar, bravo
anche più tardi su Castellanos. Nel finale, poi, i nervi sono a
fior di pelle, ogni contatto si trasforma in un faccia a faccia
e il gioco si interrompe continuamente, come quando a due minuti
dalla fine un contrasto tra Castellanos e Hummels genera la
rissa coinvolgendo le due panchine e portando Pairetto a
sventolare due rossi (uno per il centravanti laziale e l'altro
per il collaboratore di Ranieri, Sertori, più il giallo a
Ndicka). Dopo qualche minuto torna il sereno e al triplice
scatta la festa dei giallorossi sotto la Sud con Ranieri che si
conferma così mister derby, restando imbattuto da allenatore.
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