Amanda Knox non ci sarà, Patrick Lumumba sì. Nessun faccia a faccia quindi tra calunniatrice, presunta, e calunniato nel nuovo, ennesimo, atto processuale scaturito dall'omicidio di Meredith Kercher compiuto a Perugia nel novembre del 2007. Sarà celebrato, stamattina, davanti alla prima sezione della Cassazione alla quale la difesa dell'americana ha fatto ricorso contro la sentenza della Corte d'assise d'appello di Firenze che le ha inflitto tre anni di reclusione (già scontati) per calunnia avendo accusato del delitto il suo allora datore di lavoro risultato totalmente estraneo. Scarcerato dopo 14 giorni in cella e quindi prosciolto su richiesta della Procura.
Knox ha scelto di restare negli Usa dove lavora come scrittrice e produce contenuti per il web. Non ci sarà quindi come invece aveva fatto in occasione della sentenza di Firenze.
In aula si presenterà invece Lumumba. "Ha subito danni morali ed economici devastanti" ha detto l'avvocato Carlo Pacelli che lo rappresenta. "Knox non ha mai chiesto scusa al mio assistito, nemmeno con un messaggio" ha sottolineato ancora il penalista. "Non lo ha mai risarcito - ha aggiunto - ed ha dimostrato totale assenza di pietà e di rimorso".
Il legale solleciterà la conferma della sentenza. I difensori di Knox, agli avvocati Luca Luparia Donati e Carlo Dalla Vedova, ne hanno chiesto invece l'annullamento.
Pur essendo la condanna per calunnia confermata in tutti i gradi di giudizio, per questo reato è stato celebrato un nuovo processo dopo che la Corte europea dei diritti dell'uomo ha riconosciuto la violazione dei diritti di difesa di Knox durante gli interrogatori che portarono al fermo per omicidio (per il quale è stata poi assolta definitivamente) e nei quali accusava Lumumba. Quindi la Cassazione ha riaperto il procedimento per porre rimedio agli effetti delle irregolarità e inviato gli atti a Firenze. Il processo ha comunque riguardato solo il memoriale scritto dalla trentasettenne di Seattle la mattina del 6 novembre dopo il fermo, "non compromesso" dalle censure della Corte europea e rimesso alla valutazione dei giudici toscani che si sono espressi per la responsabilità di Knox nella calunnia.
Ritenendo in particolare che accusò "ingiustamente" Lumumba "per uscire dalla scomoda situazione in cui si trovava".
Per i legali dell'americana, il memoriale è stato invece "il primo atto di difesa". "Su Amanda Knox - ha sottolineato l'avvocato Dalla Vedova nel processo di Firenze - è stato compiuto un gravissimo errore giudiziario".
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