"Cecilia non è solo una giornalista,
è una voce potente per chi voce non ha. Con coraggio ha scelto
di raccontare le lotte delle donne iraniane, il loro bisogno di
libertà e di dignità. Per questo è stata arrestata, ma la sua
forza e il suo esempio continuano a risuonare ben oltre le mura
di quella prigione". Così in un post l'assessore ai Beni e alle
attività culturali, Jean-Pierre Guichardaz, ricordando
l'incontro con Cecilia Sala - ad oggi detenuta in Iran -
avvenuto lo scorso 23 novembre in occasione di un evento della
Saison culturelle.
"Spero con tutto il cuore - aggiunge Guichardaz - che Cecilia
possa tornare presto tra noi, libera, per raccontarci questa sua
terribile esperienza e continuare a portare avanti la sua
missione. La sua storia non è solo la sua: riguarda tutti noi,
il nostro diritto di sapere, di parlare, di essere liberi".
"Cecilia - scrive l'assessore - è stata fermata mentre
testimoniava le difficoltà delle donne in Iran e denunciava, con
la sua consueta lucidità e passione, le ingiustizie di un regime
che teme la libertà di espressione e il potere della stampa".
"Invito tutti - conclude Guichardaz - a non rimanere in
silenzio: parlate di Cecilia, condividete la sua storia,
sostenete la libertà di stampa e le lotte delle donne iraniane.
Ogni gesto, ogni parola conta".
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