Miliardi di persone, nei vari
continenti, utilizzano quotidianamente i loro prodotti. Macinano
profitti astronomici, tant'è che i loro proprietari figurano ai
vertici della classifica degli uomini più ricchi del mondo.
Stiamo parlando dei cosiddetti GAFAMM (acronimo per Google,
Amazon, Facebook, Apple, Microsoft e… Musk), i colossi della
tecnologia che nell'arco di pochi decenni si sono trasformati,
da piccole e coraggiose start-up quali erano, in mega-aziende
che hanno un valore in Borsa superiore al Pil di Stati
importanti. L'incredibile ascesa di Elon Musk ai vertici della
politica Usa, sotto questo profilo, non è che l'esito finale e
più evidente di una parabola in corso da tempo.
Di fronte a questo fenomeno, tanto rapido e per diversi
aspetti allarmante anche sotto il profilo della qualità della
democrazia (basti pensare all'influsso dei social sul dibattito
pubblico, alla polarizzazione, alle fake news…), come si pone la
Chiesa cattolica?
È l'interrogativo da cui prende le mosse la lunga inchiesta
che "Jesus", mensile del Gruppo Editoriale San Paolo, presenta
nel numero di gennaio e alla quale dedica la copertina. L'autore
è Gerolamo Fazzini, giornalista, consulente di direzione del
periodico e docente a contratto di Media e Informazione alla
Cattolica di Brescia, che ha consultato diversi esperti
cattolici, tanto sotto il profilo tecnologico e comunicativo
(tra gli altri padre Paolo Benanti, don Luca Peyron, monsignor
Paul Tighe) quanto relativamente alle questioni economiche.
Ne viene fuori un quadro complesso: da un lato appare chiara
la preoccupazione di papa Francesco che strumenti dalle
incredibili potenzialità siano indirizzati effettivamente al
bene comune o che non stiano invece diventando causa di
disuguaglianze sempre più marcate; dall'altra emerge la
necessità che i fedeli nel loro complesso aumentino il tasso di
consapevolezza su questo problema, dopo che solo ora, e con
grave ritardo, il mondo cattolico si accorge della minaccia.
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