Una trilogia teatrale interamente
dedicata alla figura di Anton Cechov è in programma all'Arena
del Sole di Bologna sabato 11 gennaio a partire dalle 14.30
quando il sipario si aprirà sulle scene de Il gabbiano; alle 18
toccherà a Zio Vanja e alle 21 al Giardino dei ciliegi. Autore
dell'insolita maratona sul drammaturgo russo, il regista
Leonardo Lidi che spiega: "Una trilogia con la stessa Compagnia
per sottolineare l'importanza e il talento delle attrici e degli
attori italiani, classificati nei pensieri politici in zona
retrocessione ma vera pietra preziosa del teatro italiano". In
scena Giordano Agrusta, Maurizio Cardillo, Alfonso De Vreese,
Ilaria Falini, Sara Gedeone, Christian La Rosa, Angela
Malfitano, Francesca Mazza, Orietta Notari, Mario Pirrello, Tino
Rossi, Massimiliano Speziani, Giuliana Vigogna (sostituita a
Bologna da Sara Gedeone).
Il progetto è nato dall'invito del Teatro Stabile
dell'Umbria a realizzare un lavoro sulla nuova triennalità post
pandemica, che Lidi ha colto scegliendo un classico del teatro,
Cechov, con la volontà "di consegnare tre testi straordinari al
pubblico attraverso la forza di insieme e saper dunque cogliere
l'amore che Cechov dedicava alla figura dell'attore nelle sue
dinamiche di scrittura".
Dal 9 gennaio (con repliche fino al 12) debutta il solo terzo
capitolo della trilogia, Il giardino dei ciliegi, coprodotto con
Emilia Romagna Teatro, opera scritta tra il 1902 e il 1903,
forse tra le più conosciute di Cechov, sul declino
dell'aristocrazia terriera e dell'inafferrabile passare del
tempo. Un lavoro politico, secondo il regista, che pone le sue
profonde domande al pubblico. E se Il gabbiano (dramma scritto
nel 1895) parla dell'amore e della sua assenza, attraverso le
complesse relazioni fra i personaggi, che portano gli spettatori
a porsi delle domande non solo sul tema dell'opera, ma anche su
loro stessi, in Zio Vanja, del 1897, è sufficiente l'arrivo del
professor Serebrjakov, e della giovane moglie Elena, nella
tenuta in cui Vanja trascorre la sua placida esistenza, a
distruggere ogni equilibrio, tra amori infelici e vite mai
pienamente vissute.
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