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Olly: 'Mi merito il festival, ho fatto tutta la gavetta'

Olly: 'Mi merito il festival, ho fatto tutta la gavetta'

"Con Balorda nostalgia vado a confermare percorso di quest'anno"

ROMA, 06 febbraio 2025, 14:57

di Claudia Fascia

ANSACheck
- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il fisico da rugbista (carriera interrotta per infortunio), il sorriso scanzonato, gli amici pronti a vivere (e convivere) con lui la settimana più complicata dell'anno per un artista ("ma io vado là a lavorare, sia chiaro"). Olly si prepara, "più sereno che agitato, durante le prove mi sono anche accorto del soffitto affrescato del teatro cui non avevo fatto caso la prima volta, ma l'agonismo sta salendo", a tornare sul palco dell'Ariston, due anni dopo il debutto.

Il giovane cantautore genovese (23 anni) lo fa con il brano Balorda nostalgia ("si doveva chiamare bastarda nostalgia, ma poi abbiamo cambiato"), scritto dallo stesso Olly e composto insieme a Pierfrancesco Pasini e JVLI, con cui collabora da tempo e che ne ha curato anche la produzione. "Quest'anno non ci sarei andato al festival - spiega il giovane, all'anagrafe Federico Olivieri -, ma grazie a un'intuizione, JVLI ha reso il pezzo giusto nel viaggio giusto. Questo brano è un 'Tutta vita' (titolo dell'ultimo album pubblicato e certificato platino) della mia microsfera. E allora eccoci di nuovo al festival: con la stessa ingenuità della prima volta, per vivere ogni situazione con il massimo dell'entusiasmo. Anche se poi si scaricano le batterie". Nel 2023, aggiunge, "non ero a fuoco e ho fatto un po' di fatica, stavolta arrivo con le spalle più larghe e spero basti fare il mio per farmi notare. Vado là a confermare il percorso di quest'anno". Che tra le tante tappe raggiunte, mette anche il duetto con Angelina Mango, Per due come noi, che ha dominato la classifica singoli per sette settimane consecutive.

Per la serata delle cover, Olly ha pescato dal repertorio di Fabrizio De Andrè il brano Il pescatore: sarà accompagnato da Goran Bregović e dalla sua Wedding & Funeral Band. Un rapporto di lunga quello con De Andrè, per la stessa radice culturale e geografica che li unisce ("A Genova il Faber si respira nei vicoli, in casa, è sui muri, sulle saracinesche: è dentro di noi e ci cresci insieme") e per il fatto che Olly da tempo omaggia De Andrè cantando i suoi brani durante i live. "Con Bregovich uscirà una gran voglia di fare festa. De Andrè è sempre stato considerato intoccabile, ma credo che anche lui ne sarà contento. Ascoltarlo è stata la mia fortuna. Ho scoperto gli altri grandi della nostra musica più tardi, come Vasco al quale mi sono avvicinato solo negli ultimi 3-4 anni. Il suo è l'ultimo concerto che ho visto quest'anno. Ma tutta la musica italiana è molto importante per me e per la mia formazione di artista. La cito tanto, non per senso del dovere, ma perché mi piace".

Come tanti della sua generazione, Olly non si tira indietro nell'uso dell'autotune. "Mi sto impegnando a usarlo bene. Però bisogna fare attenzione perché su chi non sa cantare è solo peggiorativo: meglio stonato che stonato con l'autotune. Io lo uso mentre scrivo perché mi permette di creare colori diversi. In passato Daft Punk o Kanye West lo hanno usato in modo particolare: così diventa parte di un percorso. Se lo usi male, ti spezza le gambe".

Dopo il festival, il percorso è già segnato con una primavera e un autunno (con il debutto nei palazzetti) pieni di appuntamenti live. "Le mie pause le prenderò, perché voglio star bene e avere del tempo per me per costruire anche prima o poi una famiglia, ma sto capendo che è importante dire le cose quando hai da dirle. I palazzetti? Sento di esserci arrivato facendo la gavetta. A 16 anni ho iniziato sui piccoli palchi di Genova, poi a Milano Hard Rock Cafè, Magazzini Generali, Fabrique: non ho saltato uno step. Ho fatto tutto a regola d'arte".

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