Pur notando un certo impegno
delle autorità libiche nell'affrontare questo fenomeno, l'Ue
nutre "profonda preoccupazione" per le "sparizioni forzate" di
oppositori che avvengono in Libia come nel caso di Mohammed Al
Gomati, fratello di Husam, l'attivista spiato in Svezia con il
software "Paragon".
"Condividiamo la profonda preoccupazione dell'Unsmil per le
allarmanti segnalazioni di sparizioni forzate, incluso il caso
di Mohammed Al Gomati", ha scritto su X l'ambasciatore
dell'Unione europea in Libia, Nicola Orlando, riferendosi ad
un'analoga dichiarazione fatta ieri dalla Missione di Supporto
delle Nazioni Unite nel Paese africano.
Mohamed El Gomati è un ingegnere petrolifero libico rapito
lunedì scorso 24 marzo dalla sua casa a Tajoura, vicino a
Tripoli, da uomini armati che -secondo il fratello Husam -
sarebbero affiliati alla Brigata dei Leoni di Tajoura, un gruppo
legato al Servizio di Intelligence Generale libico. Husam vive
in Svezia ed è stato tra le persone spiate tramite il software
Graphite di Paragon. Si tratta dello stesso attivista che ha
rivelato su X la controversa presenza a Roma di Abdul Ghani
al-Kikli, capo della milizia libica Stability Support Apparatus.
Dal canto suo Orlando si limita a premettere che "la
Delegazione dell'Unione Europea in Libia si unisce a Unsmil
nell'accogliere con favore i passi positivi compiuti dalle
autorità libiche per il rilascio di persone detenute".
"Il rispetto dei diritti fondamentali e dello stato di
diritto è una responsabilità fondamentale di ogni Stato.
Esortiamo tutte le istituzioni competenti a indagare con urgenza
sulla sua scomparsa e ad adottare tutte le misure necessarie per
garantirne l'immediato rilascio e il sicuro ritorno alla sua
famiglia", conclude l'ambasciatore.
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